
Luca Finocchiaro ha intervistato per il mensile Noi Famiglia&Vita, supplemento di Avvenire, Egidio Termine, regista e attore de “Il figlio sospeso”. Il Film è stato presentato su iniziativa del MPV alla Camera nel mese di Luglio. Uno stralcio dell’intervista, trovate l’intervista completa sul mensile in edicola.
Il suo è il primo film europeo che tratta il tema della maternità surrogata?
Penso di sì. Ma non saprei dire perché sia nata in me la necessità di esprimermi su questo scottante argomento. Evidentemente, qualcosa si ribellava dentro di me…

A cosa si riferisce?
Al passaggio epocale fra umanesimo e post umanesimo. Assistiamo a una rimodulazione a livello scientifico della stessa antropologia. Naturalmente, l’utero in affitto è soltanto la punta di un iceberg. Nella “vecchia antropologia” valeva il detto latino: mater semper certa est pater numquam; io faccio iniziare il film con una frase provocatoria e, in un certo senso, opposta: Pater semper certus est…
Non sarebbe stato più “comodo” un film con cui sdoganare l’utero in affitto?
Solo per motivi commerciali? Non mi interessa. Ho un credo e questo mi porta a cercare di essere “vero” e reale in tutte le mie manifestazioni, specialmente quelle dove sento una responsabilità nei confronti degli altri.
A quando l’uscita nelle sale?
Spero nei primi giorni di settembre.
EXTRA: Guarda la presentazione con il Presidente del MPV Gian Luigi Gigli: video presentazione.
FONTE: Noi Famiglia&Vita, supplemento mensile di Avvenire – 31 luglio 2016