Maternità dovrebbe essere sinonimo di opportunità e non di ostacolo come spesso accade nel mondo del lavoro. Non a caso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite ripetutamente lancia l’allarme per il livello basso, se non bassissimo, della tutela della maternità: la maggior parte delle donne lavoratrici nel mondo, circa 830 milioni nel 2014, nella pratica non è tutelata adeguatamente, perlopiù nei paesi in via di sviluppo (dati OIL).
Livelli di tutela della Maternità: giorni di permesso riconosciuti (dati OIL-Nazioni unite, 2014).
La maggior parte delle donne lavoratrici nel mondo, circa 830 milioni nel 2014, nella pratica non è tutelata adeguatamente.
Il nostro Paese, da questo mese, fa un passo nella direzione giusta affrontando il problema delle dimissioni in bianco: anche se non è consentito dalla legge, alle lavoratrici viene spesso richiesta, insieme alla firma del contratto, la firma di una lettera di dimissioni “pronte all’uso” secondo i capricci del datore di lavoro. Lettera che prontamente si materializza in occasione di una maternità lasciando le lavoratrici prive dei loro diritti. Il fenomeno è diffuso e conosciuto: secondo l’Istat più della metà delle interruzioni dell’attività lavorativa per la nascita di un figlio è stata subita e non voluta dalle donne. Nel 2008-2009 circa 800 mila madri hanno dichiarato di essere state licenziate o messe in condizione di dimettersi in occasione di una gravidanza. Un comportamento miope quanto illegale a cui oggi la legislazione cerca di mettere un argine.
“Si chiude la pratica indecente delle dimissioni in bianco che in passato hanno colpito tante lavoratrici, solo per il rischio che potessero diventare mamme”
La soluzione adottata oggi è un modulo online di dimissioni in cui non è possibile “barare” ed eventualmente approfittarne per licenziare le mamme all’inizio di una gravidanza: a partire dal 12 marzo 2016 le dimissioni volontarie e la fine di un rapporto di lavoro dovranno essere effettuate in modalità esclusivamente telematiche, tramite una semplice procedura online accessibile dal sito Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Questo è quanto previsto dal Decreto Legislativo n.151/2015. In passato, nel 2001 e poi nel 2007, erano state tentate soluzioni simili, che avevano però lasciato scappatoie ancora percorribili. Nelle intenzioni del Ministro del Lavoro Poletti “si chiude la pratica indecente delle dimissioni in bianco che in passato hanno colpito tanti lavoratori e, in particolare, tante lavoratrici, solo per il rischio che potessero diventare mamme”. Speriamo che questa sia “la volta buona” come ama ripetere il premier Renzi.
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