
Venerdì 13 aprile, si è svolto presso i locali dell’Università di Firenze, polo di scienze sociali, il convegno del Movit di Firenze e Siena dal titolo “ LA TRATTA DI ESSERI UMANI: CRIMINI ANTICHI E DI OGGI” Sul tema dell’immigrazione clandestina, della tratta e della maternità surrogata.
Presenti il professor Luciano Bozzo della Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri”, presidente del corso di laurea magistrale in Relazioni internazionali e Studi europei; la on. Eugenia Roccella, già sottosegretaria presso il ministero della Sanità; la dott.ssa Serena Perini, consigliera comunale e responsabile per la Toscana dell’associazione Papa Giovanni XXIII. Moderava il professor Angelo Passaleva, professore di allergologia presso l’Università di Firenze, già presidente del Consiglio regionale della Toscana e presidente del CAV di Firenze.
L’introduzione fatta dal prof. Bozzo ha inquadrato l’argomento, premettendo che la lontananza dei temi di cui si occupa in genere, ossia le relazioni internazionali, con il tema del convegno, è in realtà solo apparente. Infatti queste tematiche coinvolgono da vicino le relazioni internazionali, visto che sono connesse con l’immigrazione, da un lato, e la globalizzazione, dall’altro. Inoltre se di tratta si parla, c’è un essere umano che di questa tratta è oggetto: vengono quindi lesi i suoi diritti più elementari.
L’onorevole Eugenia Roccella ha svolto il tema “maternità surrogata: una nuova schiavitù”. Secondo l’onorevole, la questione della maternità surrogata o utero in affitto rappresenta il punto di emersione di una questione antropologica: è infatti in gioco l’umanità e il senso che si dà all’uomo oggi. Infatti i legami parentali che la maternità surrogata sovverte sono invece essenziali per la comprensione della propria identità. Infatti già adesso molti nati con queste modalità sono alla ricerca delle proprie origini, dei propri genitori biologici, genetici. Benché in Italia la legge 40 proibisca la maternità surrogata, l’art. 20 della legge Cirinnà ha aperto uno spiraglio per le corti che hanno di fatto permesso di riconoscere come proprio il bambino nato all’estero con questa forma.